giovedì, settembre 21, 2006

IL MERCANTE DI BUGIE


Harvey, stavolta hai fatto un buco nell'acqua. Propio tu che in Lezioni di piano avevi dato la magistrale interpretazione di un pakeha-maori (uomo bianco che si mischia con le tribù indigene della Nuova Zelanda), propio tu che eri riuscito a trasmettere al mondo, con quella faccia da "brutto ma bello", la sensazione che in fondo capire le ragioni dell'altro è possibile, ti sei fatto coinvolgere nell'interpretare un personaggio pateticamente a metà tra un Don Giovanni da romanzo rosa ed uno spietato terrorista wahabita dai capelli alla Beethoven.
Ieri sera, complice la riduzione del mercoledì, decido con il mio amico "inclassificabile" Dave di fare una capatina al cinema. Sia io che lui curiosi di vedere un film che ci sembrava uscire dagli stereotipi, puntiamo subito su quella che crediamo l'accoppiata vincente Martinelli-Keitel. Appena spentesi le luci in sala avvertiamo subito la delusione: un doppiaggio atroce con accenti a metà tra il mediorientale ed il russo messi in bocca a terroristi islamici che presumibilmente dovrebbero parlare la stessa lingua, fa da cornice a scene in cui la cosa più credibile è il culo della March (che probabilmente è veramente il suo).
Anche volendo soprassedere all'estrema ignoranza su di una materia che si pretenderebbe di trattare, l'Islam, il film è una sequanza ininterrotta di bestiale qualunquismo che rasenta a tratti la parodia. Ho detto volendo soprassedere, ma non ho alcuna intenzione di farlo: mi dovrebbe spiegare Martinelli come un presunto terrorista wahabita (e quindi sunnita) possa esprimersi in termini tanto elogistici nei confronti dei Dervisci Mevlevi e di Jalhaluddin Rumi che vennero perseguitati a tal punto dall'islam sunnita, all'epoca religione di stato in Persia, da dover riparare nella più tollerante Turchia. Gli vorrei domandare anche come mai questi dervisci (musulmani) amino tanto esibirsi nei così detti "Camini dell Fate" dato che questi altro non sono che chiese scavate nella roccia da eremiti cristiani. Trovo anche difficile accettare la credibilità del personaggio interpretato da Keitel, un sedicente convertito all'islam che crede ciecamente nei dettami della Sharia ma che non si fa scrupolo di copulare con un'adultera. Trlasciando altri particolari "scabrosi" che ho incontrato durante la visione del film, vorrei infine sapere dove il nostro amato regista abbia trovato la presunta "strategia della colomba" tanto in voga in un a questo punto altrettanto presunto terrorismo islamico.
Renzo, stai attento, sei un uomo intelligente. In "piazza delle cinque lune" sei riuscito ad andare oltre il velo delle apparenze, col mercante ti ci sei fatto inbavagliare. Il terrorismo non vuol dire altro che paura e la paura non serve gli scopi di nessuna civiltà o religione bensì quelli di chi governa i popoli, tanto più se questi popoli hanno il potere di scegliere il loro futuro e mandare a casa i propri governanti qualora capissero di essere stati ingannati. Stavolta hai toppato ma ti perdono.
Ciao a tutti!

2 Comments:

Blogger Dave said...

concordo in tutto!
aggiungo: l'inespressività dell'attore protagonista Jordi Molla, che ricordavo bravissimo e ritrovo atarassico e rincoglionito. mah...
ciao mike!

7:30 PM  
Blogger Dave said...

"aspirazioni che rimarranno sempre e solo sulla carta perchè ritengo sia bello vivere con spirito anarchico ma con portafoglio borghese" ADOVOOOOOOO!!!! non potrei essere più d'accordo :-)

10:29 PM  

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