giovedì, marzo 01, 2007

Un Gran Sorriso

La Band che secondo me dimostra al mondo che il Festival di San Remo non sarà mai capace di scovare belle canzoni ne tantomeno nuovi talenti, sono gli Ubik. Nella loro pagina personale hanno inserito il demo-video realizzato per l'iscrizione al Festival di Sanremo 2007. Non sono stati scelti tra i giovani in gara ed allora... si sono iscritti al Cecchetto Festival. Qui è andata decisamente meglio! Sono stati i primi vincitori del "Contest" e il loro primo CD verrà pubblicato da Warner Music.
Sentiremo presto parlare di loro?
Io lo spero.
Forza Ubik!

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Il problema del Festival di Sanremo parte da lontano, la sua invadenza nel panorama musicale italiana è stata tale da indirizzare precisamente i gusti degli italiani per decenni, a discapito della canzone d'autore, uscita di prepotenza solo alla fine degli anni 60. La canzonetta frivola di Sanremo ha "rasserenato" gli italiani dal '50 in poi. Anche oggi, a parte qualche canzone di veri autori, gli artisti che presentano brani che trovano il loro substrato nel sociale o nell'attualità, sviluppano il problema in maniera disarmantemente banale, pressapochista e qualunquista. Ricordo la canzone di un Sanremo di 2 anni fa, "Generale Kamikaze", sul terrorismo, come la capostipite di questa nuova ondata. Tenco si è ucciso per niente....

1:33 PM  
Blogger Whitedog said...

Nulla da obbiettare a quanto hai detto ma forse solo una cosa da aggiungere: San Remo non riesce a scovare più neanche le canzonette (categoria degnamente rappresentata nel mio blog da "un gran sorriso" degli Ubik), si muove per moto d'inerzia aggrappato alle vecchie "glorie" della canzone italiana che ormai non hanno più nulla da esprimere se mai lo hanno fatto. I così detti "giovani" sono stati scelti tra il peggio e non viene difficile rispondere alla domanda che più viene spontanea nel guardare la loro performance con un : "li hanno raccomandati".

3:04 PM  
Blogger Dave said...

@iwo jima:in realtà da San Remo sono uscite anche delle canzoni importanti e soprattutto gente che poi è diventata grande (nel senso di grandi autori).. ma è chiaro che un festival che da 60 anni spara una media di 30 canzoni all'anno non può che avere alta mortalità e in media bassa qualità.
Una cosa però: è giusto ricordare i grandi nomi, io venero Tenco ad esempio, ma va riconosciuta anche l'importanza delle canzonette. Mio nonno quando zappava la terra gli veniva da cantare nel blu dipinto di blu, Vola colomba, Papaveri e papere... a me fanno rabbrividire, ma sono canzoni che hanno mantenuto vivo l'aspetto ludico e ricreativo della musica, che non può essere sempre e solo colta e impegnata. Se oggi un camionista o un ingengere sono felici cantando la Tatangelo o i Gazosa, rispettiamo la Tatangelo e i Gazosa, anche se noi personalmente continueremo ad ignorarli.

12:04 PM  
Anonymous Anonimo said...

Aspetta, non volevo intendere che il Festival non abbia mai visto tra le sue fila canzoni eccellenti. Dico che queste canzoni non sono mai state premiate ufficialmente, e tantomeno dal passaggio radiofonico successivo. Mi vengono in mente, ad esempio Replay di S. Bersani o Spalle al muro di R. Zero, grandi canzoni che non hanno ricevuto il dovuto riconoscimento. Non potrò mai dimenticare I Jalisse vincitori con Fiumi di parole!!!! E' questo che intendo con invadenza del Festival... Fiumi di parole, nel bene o nel male se la ricordano tutti, ma chi si ricorda Spalle al muro? Pochi, molto pochi.
"Non mi uccido perchè io sia stanco di vivere, ma in un mondo dove viene ripescata "La rivoluzione" di Gianni Pettenati(quello di Bandiera Giala nd Iwo Jima)al posto della mia canzone devo dare una qualche dimostrazione...."
Le ultime parole di Tenco trovate di fianco al suo cadavere possono servire per farci riflettere.

1:36 PM  

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