lunedì, gennaio 15, 2007

IL ROSSO E IL NERO


Se Ravachol fosse ancora vivo probabilemente non farebbe più scoppiare bombe. Eh, già, il terrorismo degli "angeli neri" dell'anarchia impallidirebbe di fronte alla straordinaria trasformazione che ha subito l'attentato politico negli ultimi 100 anni.

Con la prima guerra mondiale l'anarchismo internazionale è morto perchè gli venne attribuita la causa che ufficialmente fece scoppiare quel conflitto. L'imputazione della responsabilità ad un movimento scomodo sarà d'ora in poi uno degli strumenti di politica internazionale più efficaciemente usati dagli Stati "democratici".

No, sono propio convinto che Ravachol oggi non accenderebbe più neanche un fiammifero, sono sicuro che penserebbe ad un modo di attrarre l'attenzione pubblica del tutto diverso. Fu propio con Ravachol che il termine "anarchico" divenne sinonimo di terrorista, sedizioso, anti-sistema.

Tutto ciò, unito alla precedente sconfitta subita nel 1872 da parte del marxismo (se vogliamo non propio molto onestamente, dato che venne truccata la rappresentanza dei due schieramenti a favore dei marxisti), fece si che di anarchia non se ne parlasse più, relagandola a una sorta di "individualismo delirante" poco degno di considerazione sia politica che mediatica.

Sono tuttavia convinto che l'anarchismo potrebbe tornare di "moda" in un mondo, quello di oggi, dove il termine individualismo è sempre più associato a una concezione politica conservatrice, senza dare alcuna importanza a ciò che scrisse, ad esempio, Stirner: "Nessun giudice può decidere se ho ragione o no, se non io stesso. Non ho regole, né leggi, né modelli. Dio, la coscienza, i doveri, le leggi sono delle stupidaggini di cui ci sono stati imbottiti cervello e cuore. Quello che è necessario al tuo io, conquistalo, se ne hai la forza. Metti la mano su quanto hai bisogno. Prendilo!"

Queste parole, se non si sapesse che furono scritte da Steiner, potrebbero benissimo trovarsi in un manuale di strategia aziendale o di pratica negoziale.

Giorni fa, un vecchio amico mi ha detto: "Quando finì la guerra molti di noi erano già convinti, sarebbe presto arrivata l'era in cui l'olio di ricino non ce lo avrebbero più somministrato con la forza ma saremmo andati noi a comprarlo, di nostra spontanea volontà". Ora che tutto questo non è più profezia ma raltà, forse dovremmo seguire le parole di Palahniuk e "salvarci facendo tutto quello che non vorremmo mai fare".

Forse, oggi, essere anarchico può essere propio questo: "essere liberi, da noi stessi"


Bau!

10 Comments:

Anonymous Anonimo said...

non concordo tanto con le affermazioni di stirner.. casomai vedessi una biondina diciassettenne, che faccio la prendo? il mio istinto preistorico mi direbbe di si,la mia morale moderna chiama quello stupro e anche peggio (a seconda dell'età).

in ogni caso,nn so molto di stirner ne altri,quindi non do' giudizi definitivi.
Partire dall'individuo e dall'individualismo mi sembra piuttosto sbagliato e illusorio,perchè questo esiste solo nella fantasia...
molto più illuminante è la dialettica,vero strumento per la comprensione del mondo...

cmq,chi fosse curioso,si legga questi due articoli (in inglese) ben scritti e piuttosto neutrali (non fatevi confondere dal titolo del sito...)

http://www.marxist.com/marxism-anarchism-marx-bakunin-conflict090606.htm

http://www.marxist.com/marxism-anarchism-marx-bakunin-conflict130606.htm

11:12 AM  
Blogger krepa said...

se passi dalle mie parti c'è un invito per te...mi spiace averti tirato in mezzo, ma il sorteggio è il sorteggio

11:30 AM  
Anonymous Anonimo said...

per me? o per michele?

12:51 PM  
Blogger Whitedog said...

credo sia per me lorenz....
Comunque il post era dedicato all'anarchia e il fatto che tu ci metta subito dentro due indirizzi marxisti non aiuta certo le persone confuse (che sono tante) a fare le opportune distinzioni tra i due movimenti....
Vabbè, ormai l'hai fatto e la mia politica di accettazione di ogni sorta di commento mi impedisce di cancellarti...
Per quanto riguarda Stirner io ho potuto riportare sono un accenno, per capire bene il suo pensiero dovresti leggerti tutto "L'unico e la sua propietà" dove facilmente si può capire che libertà totale dell'individuo non significa abolizione totale della morale o comunque di un minimo di regole per la convivenza tra esseri umani. La critica è rivolta sopratutto allo Stato che da istituzione preposta a proteggere e distribuire si trasforma in mezzo di controllo e di dominio, questo in qualsiasi tipo di regime, sia esso marxista o democratico.
Comunque la parte che interessava spiegare a me era quella riguardante la libertà individuale più che l'aspetto istituzionale. Libertà individuale che si realizza sopratutto nella soppressione di quelle esigenze che ci vengono indotte dall'esterno e che invece crediamo nostre. Questo tema non è indagato solo dagli anarchici, per esempio l'ex presidente dell Iran, l'Hajjatoleslam Muhammad Khatami, ha scritto un bellissimo trattato propio sul concetto di libertà individuale, da una prospettiva, se vogliamo, diametralemtne opposta a quella degli anarchici ma con conclusioni che, paradossalmente, o forse no, tendono a sovrapporsi.

1:37 PM  
Anonymous Anonimo said...

ma hai letto quello che c'è scritto nei due link??

se vuoi qualcosa sulla libertà personale o cose del genere,non serve essere anarchici,basta essere liberali...

ci sarebbero migliaia di domande insolute dagli spunti che proponi,ma sarebbero troppo lunghe da fare qui...

8:52 AM  
Blogger Whitedog said...

Si, ho letto.
La questione, per me, non è quella di "essere" questo o quello.
Ciò che mi interessa è trovare delle potenzialità ancora inespresse e socialmente e politicamente utili all'epoca storica che stiamo vivendo, in alcune teorie politiche. In tal senso ritengo che il pensiero anarchico abbia avuto molto meno modo di esprimersi nella società globale per ciò che realmente è di quelli, ad esempio, marxista-leninista o liberale. Su quest'ultimo poi c'è da dire che la sua concezione di libertà individuale e sociale non possa essere paragonata a quella, propia del pensiero anarchico, neanche per errore.
Vedi Lorenzo, io so benissimo che il mondo non potrà mai essere messo in equilibrio ne da un ideale ne tantomeno da una teoria economica e politica e se dici di amare la dialettica non potrai che essere d'accordo con me su questo. O forse potresti, dato che Marx, del metodo appreso dal suo maestro Hegel, trascurò il peso propio dell'elemento anti-deterministico della dialettica.
Ad goni modo credo che, anche se non dovessi condividere, sia comunque provato dalla storia che milioni di anni hanno spauto produrre sempre gli stessi errori nella politica anche se con modalità che ogni volta erano derivate dal contesto culturale e sociale titpico dell'epoca.
Ciò che è importante per l'uomo moderno, secondo me, è riuscire a creare una propia coscienza politica e culturale che venga a priori di quella espressaci dai partiti. Creare una coscienza che nasca dal concetto di libertà, ma che riguardi soprattutto la libertà interiore (che può essere espressa solo su un piano individuale) piuttosto che quella esteriore che è già stata ampiamente studiata dall'lluminismo in poi e ha già prodotto ampi risultati.
Bau!

10:29 AM  
Blogger sonia said...

Questo post me lo sono letta diverse volte. E ci ho pensato parecchio.
Una risposta precisa, non saprei dartela così, comuque ho riflettuto su due punti:
1.quello che ti ha detto il tuo vecchio amico.
2. Proprio sulla tua ultima chiusa.

Ora, cosa dirti non so a riguardo a se l'anarchia potrebbe essere oggi lessere liberi da noi stessi...però ho pensato invece che comunque se noi vivevissimo completamente liberi, senza leggi, senza norme, senza nulla, si rischia il suicidio anomico, quello di qui parla Durkheim.
E Durkheim è un pensiero che condivido.

Un uomo ha bisogno di regole.

5:05 PM  
Blogger sonia said...

corrige: non è qui ma cui! Nella frase di Durkheim.

Sorry

5:07 PM  
Blogger Whitedog said...

Beh, Durkheim ha anche riscontrato che il numero di suicidi non cambia al cambiare delle situazioni economiche (suicidio anomico) o delle condizioni siciali (suicidio egoistico), fondamentalmente ha riscontrato che è una questione talmente intrinseca alla condizione umana che non si può mai proescindere da essa.
Ad ogni modo questa osservazione la trovo più azzeccata per il post di Sara che per il mio.
Voglio precisare che l'anarchia come ideale politico non ha nulla a che vedere con la mancanza di regole ma si riferisce esclusivamente ad una mancanza di Stato in quanto a controllore e regolatore sociale. Tuttavia la mia argomentazione non vuole toccare la spinosa questione del se sia possibile autogovernarsi ma vuole semplicemente porre in evidenza (lo ripeto) una questione sollevata da alcuni pensatori anarchici ovvero quelle della "libertà individuale interiore". La domanda è: fino a quanto posso dirmi libero dalle necessità che sento propie della mia volontà ma che in realtà mi sono state indotte dall'esterno?
Il tema della felicità, che attualmente si trova anche sotto ai riflettori cinematografici, è intimamente legato a questo e certamente non può essere esaurito dalla discussione innescata da un post. La domanda sibillina rimane questa: non è che l'autogoverno rimane impossibile perchè le necessità indotte dal governo negli uomini rende questi incapaci di autogovernarsi? Non sarà che forse l'animalità che è una componente essenziale dell'uomo ha cessato da tempo di trovare spazi per esprimersi in modo "salutare"? Siamo sicuri che nella civiltà del benessere ciò di cui abbiamo più bisogno sia un "senso di sicurezza" piuttosto che il suo esatto contrario?"
Bau

12:37 AM  
Anonymous Anonimo said...

ma il contatore delle visite del blog? è sparito?

5:07 PM  

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