martedì, marzo 27, 2007

WE ARE ALL IRANIANS


Era un po' di tempo che non parlavo del mio amato Iran. Per due motivi: ero diventato noioso perché ripetevo sempre le stesse cose quando fra amici o parenti capitava il discorso Iran e perché sentivo la necessità di allargare i miei orizzonti anche verso altre culture ed idee.
Beh, lasciatemi ora essere un po' noioso e ripetere alcune cose perché, probabilmente non le si ripete mai abbastanza.
L'Iran è un paese membro delle nazioni unite, il ché, tra le altre cose, significa che il suo governo è riconosciuto da tutti gli stati che compongono quell'organizzazione, stati uniti compresi.
I trattati di non proliferazione garantiscono a ciascuno stato, membro delle nazioni unite, di sviluppare ed utilizzare l'energia nucleare purché a fini pacifici. L'Iran ha bisogno del nucleare perché con l'embargo usa in vigore dal 1979 non può sviluppare quella tecnologia che gli permetterebbe di raffinare e vendere direttamente il petrolio che si trova nel suo sottosuolo, non potendo quindi adottare una politica energetica che garantisca sviluppo al paese. L'economia iraniana sopravvive solamente perché la Cina compra gas e petrolio in grandi quantità dall'Iran.
Per rafforzare il paese il presidente Ahmadinejad sa che deve disancorarsi dalla dipendenza dal mercato estero ed il nucleare sembra l'unico modo per arrivarci.
L'ipotesi di un attacco nucleare ad Israele è semplicemente assurda e non ha valore che come espediente mediatico per dirottare l'attenzione delle gente verso altri aspetti che non siano quelli economici. Chiunque abbia studiato un po' di relazioni internazionali sa bene che un attacco nucleare è impensabile a meno che non si disponga di un numero sufficiente di testate da impedire qualsiasi contrattacco possibile. Ora, ve lo vedete voi l'Iran a bombardare Israele e tutti i siti nucleari americani sparsi per il mondo con una, due testate nucleari? Oltretutto autoinfliggendosi le conseguenze di un'esplosione nucleare in termini di radiazioni e contaminazione del sottosuolo, attaccando un paese praticamente confinante?
No, qui siamo di fronte al solito mantra giornalistico: donne velate-ayathollah-teocrazia che ci ripetono ormai da 28 anni. Il tutto patrocinato dall'unica potenza che delle bombe nucleari ne abbia mai fatto uso.
Spiegare l'Iran in un post sarebbe impresa impossibile, il mio è un invito a guardare oltre a sforzarsi di vedere le vere ragioni per le quali ci dicono quello che dobbiamo sentire.
Un giorno, in una pizzeria di Tehran, vidi due fidanzatini che si tenevano la mano, sorridevano e ammiccavano come sanno fare solo tutti gli innamorati ad ogni latitudine. Mi ricordo che pensai: ecco l'Iran, ecco l'Italia, ecco tutti i paesi del mondo.