giovedì, gennaio 03, 2008

KENYA, ROAD TO PROGRESS IS HARD AND SLOPE
Sono tornato dal Kenya lo scorso 30 Dicembre e mai avrei immaginato che le voci di tumulti nell'interno che avevo sentito all'aeroporto di Mombasa, si sarebbero trasformate in un focolaio di guerra civile inter tribale. Certo, gli esperti sanno bene che, 350 morti non fanno ancora una guerra civile anche perchè la popolazione coinvolta è localizzata in una parte del paese. Certo che però continuare a pensarla in questi termini quando qualcuno ti sta staccando gli arti a colpi di macete non è altrettanto scontato. la verità è che il Kenya non è mai stato un paese stabile, i presupposti ad una simile escalation dopo le elezioni ci sono dal 1963 anno dell'indipendenza del paese dalla "protezione" britannica. E sono stati propio i cari inglesi a crare le condizioni di tutto quello che sta a ccadendo oggi a Nairobi. La congiuntura tra condizione economica ed appartenenza tribale l'hanno creata loro ad hoc in tutte le settlers colonies del regno e solo per garantirsi maggiore governabilià, insomma sempre il solito concetto del divide et impera già tanto caro ai romani.
Kenya, paese dal divario abissale tra chi ha e chi ha poco e tra chi a poco e chi non ha affatto. Malindi, che si può definir a tutti gli effetti una neo colonia italiana è un posto pieno di faccie nere tirate, e se non sono faccie nere tiratesono faccie bianche da delinquente. Ci sono quelli che, sbagliando, vengono definiti bonariamente "beach boys": questi sono individui che vivono a ridosso delle grandi strutture turistiche occidentali, tampinando il malcapitato turista perchè decida di recarsi a fare le varie escursioni e safari con loro piuttosto che co l'organizzazione interna del villaggio turistico. Non si tratta di semplici ageti pagati dalle agenzie locali ma di veri e propri squatters che vivono in baracche fatiscenti quando non in vere e propie rovine di costruzioni vecchie di cent'anni. Mangiano tutti i giorni, questo è certo, ma è il come vivono che sfugge a molt osservatori. Se non di solo pane vive l'uomo, come diceva un certo biondo, allora è più facile comprendere come questa gente sia abbrutita dal degrado nella quale vive. E allora capisci come una ragazzo come Andrea Pace possa essere uccisio per poche centinaia di euro, di come quello che gli ha sparato alla gamba provocando la rottura dell'arteria femorale e l'inevitabile morte per dissanguamento, non abbia probabilmente nemmeno pensato che un simie gesto, probabilmente provocato dalla stizza di non aver trovato il denaro che erano tanto sicuri di trovare (denaro che non erano altro che i proventi delle escursioni fatte da noi tristi), potesse portare ad una simile conseguenza. Ci tengo a sottolineare che in Kenya per omicidio si rischia la pena di morte.
L'africa ha il potere di costringere l'uomo bianco a guardarsi dentro e guardare la tenebra che è in lui, cito Conrad perchè mentre leggevo Cuore di tenebra mi trovavo la ed ebbi la netta sensazione che in cento anni non sia poi cambiat molto. Alcuni di voi potrebbro obbiettare che non c'era bisogno di andare in africa per capirlo ma a questi ribatterò dicendo che il conoscere le cose non cambia l'animo di un uomo, è il vederle con i propri occhi che ti cambia. Sono qui che scrivo davanti a l mio computer collegato wireless alla rete internet e mi sembra di poter vedere tutto il mondo ma in relatà ne ho solo una percezione, in minima parte iconducibile alla realtà di ciò che viene percepito. Quando invece ti trovi li, con gli occhi bruciati dalla luce violenta del sole, il tuo naso carico della polvere che si alza dalle strade in terra battuta e i tuoi piedi tagliat dai coralli beh, allora li se hai occhi per vedere, puoi vedere. E alora una nuova consapevolezza si fa strada dentro di te e sei già un'altra persona.
Infine un commento sulle lezioni del 27 dicembre: Reila è il vero vincitore delle lezioni, lo è perchè quando ancora mi trovavo la sembrava che avesse vinto lui e tutta la gente era già in festa e dove mi trovavo io non era una zona a maggioranza Luo (tribù a cui appartiene lo sfidante alla presidenza), la gente era semplicemente stance del precedente presidete che aveva promesso tant e mantenuto niente. Certo, la vicinanza di Reila ad una certa sinistra non piace ad inglesi ed ameicani che non vogliono correre il rischio di trovarsi un Chavez anche in Africa nera e allora trucchiamo le elezioni e il giorno dopo la mia partenza leggo in Italia che il vincitore era diventato Kibaki.
Alla lice di tutto questo le sommosse di questi giorni a Nairobi mi rcordano solo del fatto che solo quando non abbiamo nulla da perdere ci mobilitiamo e rischiamo in proprio, ecco perchè in Kenya è successo quello che invece non è successo dopo i brogli delle elezioni americane e fors'anche delle nostre.