venerdì, maggio 04, 2007

You Know What The Sun's All About When The Lights Go Out




Sembra essere una condizione innata nell'uomo, e nella donna, quella di capire le cose solo quanto ormai queste ci hanno abbandonato o comunque siamo impossibilitati a riportarle in una condizione ex ante.

Un altro fatto che sembra essere comune per molti uomini, me compreso, è il saper conservare nel lungo periodo solo i ricordi migliori, quelli che ci hanno reso felici o sono stati determinanti per la nostra crescita, eventi che magari non sono stati eclatanti: una stretta di mano, un morso dal panino di qualcuno, il filtro del tè strizzato sul cucchiaino con il filo, lo stesso tè assaggiato da qualcuno che te l'aveva offerto per farti capire che puoi fidarti di lui, fatti che di per se non vogliono dire nulla ma che ci hanno messo in contatto con qualcuno nel momento giusto. Ricordi pieni di sapore che occupano tutto lo spazio di una vita, non lasciando spazio per tutto quello che si chiama routine.
Chi mi conosce bene sa che non ho una buona memoria per i fatti, se li ricordo li ricordo male. I concetti li preferisco di gran lunga perché tengono una gran compagnia e li puoi rigirare come vuoi e più li rigiri più ti fanno godere, come una bella amante insomma.
Spesso mi ritrovo a pensare che quando mi ritrovo con i miei simili e quando i miei simili si ritrovano tra di loro sono sempre più spesso i fatti a farla da padroni nelle conversazioni e se uno a un certo punto prova a tirare fuori un concetto viene subito bollato come lo scassa maroni della situazione.
Certo è che col tempo si finisce per farci l'abitudine e ci si sottomette all'impero del più e del meno ma poi si torna a casa e si scrive un post come questo e di certo non è un bel segno.
Se qualche amico presente alla serata appena passata stesse leggendo ora queste parole non si preoccupi, lui è stato di una compagnia squisita e la serata è stata sicuramente molto piacevole. No, quello che il can-uomo stanotte ulula a se stesso è l'innato malessere di un intellettuale moderno, che si rende conto che ormai è rimasto ben poco da intellegere (da collegare fra se cose diverse) ma c'è rimasto solo da fare e purtroppo nel senso più taylorista del termine, ovvero: assemblare.
La sensazione è che questo mezzo sofisticato di cui tutti ci vantiamo, che io stesso sto usando in questo momento e che si chiama comunicazione verbale sembra in procinto di esaurire la sua primordiale funzione, il trasferire conoscenza. Non perché questa sia arrivata ormai al suo apice ma per il semplice fatto che non interessa più a nessuno se non nel senso più strettamente tecnico del termine.
La tecnica a completamente soppiantato la comunicazione tanto che siamo arrivati ad usare tecnicismi anche per esprimere e spiegare i nostri sentimenti. Non sappiamo una benemerita mazza di nulla ma siamo convinti di avere il totale controllo delle nostre esistenze. Siamo ancora nella caverna di Platone a guardare le ombre riflesse dalla vita reale e a credere che quello sia il mondo tanto che se qualcuno ci proponesse di uscire fuori dalla caverna e vedere l'altra faccia della verità, lo guarderemo con occhi malvagi e gli sibileremmo di andarsene.
Ok, a questo punto molti di voi staranno già dicendo: "ecco, al cane gli è partita di nuovo la valvola" e il bello è che hanno ragione. La mia valvola è come quella di un materassino usato da Platinette su una spiaggia di ciottolato rovente: non ha alcuna intenzione di rimanere chiusa.
A questo punto dovrei dare una conclusione a tutto questo ragionamento, dargli una coda, un finale, trarne una qualche deduzione. Invece mi limiterò a chiudere con la stessa frase che ha aperto questo noiosissimo post e che è stata gentilmente offerta dai The Black Keys:

You Know What The Sun's All About When The Lights Go Out

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

3 minuti di pausa a riflettere sul tuo post.. la parte dedicata al gioco del mio cervello (circa l'83 per cento, risultato di anni di calcoli) ha riscontrato una flebile malinconia divertita.. sai, è normale che alla lunga tutto quanto perda di costistenza.. o sembri privo di sussistenza. Ci si convince con il passare del tempo che la condivisione del nostro spazio emotivo sia per lo piu' una grossa perdita di tempo.. perchè è verissimo che siamo persona pallose che ripetono le stesse cose per convinzione. La convinzione in questi casi non è per niente una presa di posizione e non è il partito preso sul quale si costruiscono case fatte di luoghi comuni, ma è una costante ricerca individuale, un martellamento di coglioni che vien prima rivolto ai noi stessi e dopo elargito agli altri. Confusione.. di dati di fatti di rapporti di vita.. di senso.. di sensi.
E' una scelta anche questa.. il voler improntare la propria esistenza nell'approfondire i concetti.. cercare di "sbandolarli" affinchè si possa apportare qualche buon sentimento all'interno della societa'.
.... Non ci si riesce mai.. troppe buone intenzioni che infastidiscono piuttosco che creare una solidarieta' priva di retorica.. ma.. se devo essere sincera mi auguro che questo tuo modo di porti non subisca mutazioni per l'errata interpretazione altrui, dettata esclusivamente da pigrizia intellettuale.
ps: Mentre ho riflettuto quei tre minuti mi è venuto anche da ridere, annuire con la testa .. quindi una pacca in splle te la sei proprio meritata) hehe

10:08 AM  
Anonymous Anonimo said...

Qlcn che ti ha offerto il tè...ricordo me ne parlasti quella sera alle 04.30 di mattina con Elena appisolata e noi infottati con due occhi come fanali a discutere come due filosofi un po' falliti! Bella la frase "la tecnica ha completamente soppiantato la comunicazione".La domanda è: con che razza di simpaticoni sei uscito tale sera?Ma sptt:quali discorsi avete approfondito?L'ultima pettinatura di Solange...?Purtroppo così è, e l'unica speranza x chi si sente incompreso è la solitudine o la compagnia di qlcn noioso come lui. Dai un'occhiata ai blog:tra checche incerte e donne isteriche nn rimane granchè x i contenuti.U n bel libro, una birra e due passi all'aria aperta possono arricchirci...

3:48 PM  
Blogger Whitedog said...

...e l'IPod pieno di buona musica aggiungo. In questo periodo mi sento di suggerire a tutti l'ascolto dei The Black Keys, un duo blues/rock superlativo. Anche se pensare che hanno la mia età e sono già dove sono mi mette anche un po' di amarezza.
Che ti posso dire vecchio mio, nomi non ne faccio ma veramente non è stata una serata così male, tuttavia mi ha ispirato queste idee e forse proprio per questo dico che non è niente male ;)
Hai un ottima memoria, la storia del te te la raccontati proprio quella sera, a volte vorrei sapere dov'è finito quel tale, se ad altri ha offerto quel te e poi gli ha regalato un tappeto senza chiedere neanche come si chiami. Mah.
Dai, fortuna che la nostra birretta una tantum al Pratello non ce la leva nessuno!

12:32 AM  
Anonymous Anonimo said...

Good words.

4:18 PM  

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