sabato, marzo 31, 2007

Appello Alla Gran Bretagna: Scusatevi!


Lo avevano già fatto nel 2004 ma all'epoca nessuno venne catturato. Lo hanno rifatto il 23 marzo di quest'anno ma stavolta non l'hanno fatta franca. L'agenzia di stampa della Repubblica Islamica dell'Iran, Irna, ha fornito i dati gps che confermano il posizionamento dei Royal marines al momento della cattura, all'INTERNO delle acque territoriali iraniane. Gli arrestati hanno già manifestato le loro scuse per l'accaduto. Ora attendiamo tutti quelle del loro governo.

venerdì, marzo 30, 2007

COLLOQUIO DI LAVORO

Anche per me è arrivato il giorno del primo colloquio di lavoro, oggi.
Molti do voi diranno: "Cristo, era ora!" e non li posso biasimare ma si sa che la scuola zen alla quale è ispirata il mio stile di vita ricorda di masticare un chicco di riso mille volte prima di ingoiare, di aspettare il cadavere del nemico sulla sonda del fiume o se volete, un napoletanissimo: "non fare domani quello che potresti fare oggi".
All'inizio mi hanno portato a cpmpilare il classico modulo per il curriculum, che ho lasciato mezzo bianco perché da pagina due in poi era tutto sulle precedenti esperienze lavorative. Tutto il resto, in compenso, l'ho riempito fino ai minimi dettagli mettendo ogni singola esperienza mi sia capitata in vita mia dai 12 ai 27 anni.
Dopo la compilazione del 740 mi hanno portato in un altra sala, più bella, con divanetti anni '70 color avorio disposti a semicerchio intorno ad un tavolo di vetro. E li ho detto: "eccoci".
Tempo due minuti e siamo stati raggiunti dal direttore generale in persona, che mi ha subito tanto ricordato il tizio della pubblicità di mediobanca, quello che con un bastone iscrive nella sabbia un cerchio e dice che quella è la tua banca intorno a te (al pubblicitario che ha inventato quello spot gli dev'essere venuta giù l'ernia a ideare una cosa tanto originale). Comunque "mediobanca" mi ha subito messo a mio agio dicendomi che da li alla prossima ora mi avrebbe spaccato il culo con domande imbarazzanti ma che non mi dovevo preoccupare perché era per capire il tipo di carattere che ho. Subito mi dice: "lei pensa di essere una persona introversa o estroversa"? Al che, io rispondo: "Beh, quando mi capitano domande di questo tipo tendo a diventare introverso, però diciamo che generalmente mi piace stare in mezzo alla gente". Stiamo dentro un'ora e mezza, durante la quale mi viene chiesto un po' di tutto: dal perché mi interessa l'arabo e il persiano al perchè ho fatto gli studi che ho fatto. Insomma, il classico colloquio di lavoro.
Ora passerà un po' di tempo nel quale dovranno decidere se farmi rassettare lo scaffale degli ordini o farmi diventare una fotocopiatrice umana, ovviamente spero di no ma non sono così illuso da credere che il primo giorno di lavoro ci sarà già un biglietto d'aereo per me per il Bahrain.
Che dire, il mondo del lavoro si è fatto un passo più vicino e già mi sento più stronzo di ieri. Ma oggi, per la prima volta dopo mesi, mi sono sentito di nuovo carico ed entusiasta.
Attendiamo gli sviluppi.

Bau!

martedì, marzo 27, 2007

WE ARE ALL IRANIANS


Era un po' di tempo che non parlavo del mio amato Iran. Per due motivi: ero diventato noioso perché ripetevo sempre le stesse cose quando fra amici o parenti capitava il discorso Iran e perché sentivo la necessità di allargare i miei orizzonti anche verso altre culture ed idee.
Beh, lasciatemi ora essere un po' noioso e ripetere alcune cose perché, probabilmente non le si ripete mai abbastanza.
L'Iran è un paese membro delle nazioni unite, il ché, tra le altre cose, significa che il suo governo è riconosciuto da tutti gli stati che compongono quell'organizzazione, stati uniti compresi.
I trattati di non proliferazione garantiscono a ciascuno stato, membro delle nazioni unite, di sviluppare ed utilizzare l'energia nucleare purché a fini pacifici. L'Iran ha bisogno del nucleare perché con l'embargo usa in vigore dal 1979 non può sviluppare quella tecnologia che gli permetterebbe di raffinare e vendere direttamente il petrolio che si trova nel suo sottosuolo, non potendo quindi adottare una politica energetica che garantisca sviluppo al paese. L'economia iraniana sopravvive solamente perché la Cina compra gas e petrolio in grandi quantità dall'Iran.
Per rafforzare il paese il presidente Ahmadinejad sa che deve disancorarsi dalla dipendenza dal mercato estero ed il nucleare sembra l'unico modo per arrivarci.
L'ipotesi di un attacco nucleare ad Israele è semplicemente assurda e non ha valore che come espediente mediatico per dirottare l'attenzione delle gente verso altri aspetti che non siano quelli economici. Chiunque abbia studiato un po' di relazioni internazionali sa bene che un attacco nucleare è impensabile a meno che non si disponga di un numero sufficiente di testate da impedire qualsiasi contrattacco possibile. Ora, ve lo vedete voi l'Iran a bombardare Israele e tutti i siti nucleari americani sparsi per il mondo con una, due testate nucleari? Oltretutto autoinfliggendosi le conseguenze di un'esplosione nucleare in termini di radiazioni e contaminazione del sottosuolo, attaccando un paese praticamente confinante?
No, qui siamo di fronte al solito mantra giornalistico: donne velate-ayathollah-teocrazia che ci ripetono ormai da 28 anni. Il tutto patrocinato dall'unica potenza che delle bombe nucleari ne abbia mai fatto uso.
Spiegare l'Iran in un post sarebbe impresa impossibile, il mio è un invito a guardare oltre a sforzarsi di vedere le vere ragioni per le quali ci dicono quello che dobbiamo sentire.
Un giorno, in una pizzeria di Tehran, vidi due fidanzatini che si tenevano la mano, sorridevano e ammiccavano come sanno fare solo tutti gli innamorati ad ogni latitudine. Mi ricordo che pensai: ecco l'Iran, ecco l'Italia, ecco tutti i paesi del mondo.

mercoledì, marzo 21, 2007

CARTOLINE DAL PASSATO


L'acido e l' LSD sono la stessa cosa. Ve lo dico perchè io non lo sapevo.
Quell'anno avevo 22 anni e vivevo in una stanza in affitto all'ultimo piano di quella che, se mi fossi trovato in una cittadina americana, si sarebbe chiamata Heaven Road.
Io e i miei amici ci compravamo i jeans allo Squire Shop all'incorcio tra due strade che, se si fossero trovate in una cittadina degli stati uniti si sarebbero chiamate Diaz Boulevard e Baker Street.
Portavamo pantaloni da carpentiere a vita alta con la fibbia dietro e un occhiello a metà coscia per appenderci il martello. Allo Squire Shop avevano i jeans bianchi da imbianchino e quelli a righe da meccanico. Ascoltavamo i Pink Floyd, Jeff Buckley e i Radiohead.
Ancora prima, quand'ero al liceo, avevo visto un film inquietante dal titolo Focus On Acid. L'acido poteva farti scambiare la fiamma di un fornello per un bel garofano azzurro. Ti venivano i flash back anche ad anni di distanza e andavi a schiantarti in macchina.
Ciò nonostante, anni dopo, quando alcuni amici mi proposero di mangiarci un cartoncino di LSD e di andare a vedere lo show di luci laser su musiche dei Radiohead al planetario io risposi di si: pronti. Eccomi.
L' LSD non era che dietilammide dell'acido lisergico. Un semplice alcaloide. Una sostanza chimica come tante altre. Roba scientifica.
Accadeva in dicembre, all'epoca in cui il planetario si trovava sulle colline occidentali della città.
Al crepuscolo, seduti nel freddo del parcheggio, mangiammo ciascuno un piccolo francobollo di carte impregnato di LSD, e i miei amici mi spiegarono che cosa mi sarei dovuto aspettare. Prima avremmo riso un sacco. Avremmo riso così a lungo e così tanto da avere male ai muscoli della faccia per giorni. Poi avremmo digrignato i denti. Era importante saperlo, perchè così evitavi di consumerti i molari.I miei amici dissero che tutte le luci e i colori avrebbero prodotto una scia tipo quella di una cometa. La vernice sui muri avrebbe dato l'impressione di colare via. Prima avremmo guardato lo spettacolo di luci laser, poi ce ne saremmo andati in giro tra le case della periferia, a sballarci con le lucine degli addobbi natalizi.
Nel planetario le sedie erano disposte a cerchio intorno al proiettore, al centro della stanza rotonda. Seduti accanto a me, da un lato ci sono i miei amici, dall'altro una donna che non conosco. I Radiohead esplodono dalle casse e i laser rossi svolazzano sul soffitto a cupola buio, e io rido così forte che non riesco a fremarmi. Mettono su Everything in it's Right Place, e cominciano a farmi male le mascelle. Poi è la volta di Kid A, e l'amico seduto alla mia sinistra mi dice: "Ficcati in bocca qualcosa. Sennò ti spacchi i denti".
Aveva ragione, mi sentivo i molari arroventati e in bocca avevo quel sapore di metallo bruciato che ti resta quando ti fai trapanare una carie. Per dire quanto forte stavo digrignando i denti.
Era dicembre, perciò eravamo tutti provvisti di cappelli di lana a punta e spesse sciarpe lavorate a meglia. Mi infilai la sciarpa in bocca e rocominciai a masticare.
A un certo punto mi resi conto che stavo soffocando. Avevo la gola piena di qualcosa di morbido e asciutto. Avevo i conati, e la bocca piena di roba stopposa e infeltrita. Sembravano fibre. O capelli.
Nel buio, con i laser che svolazzavano e i Radiohead che esplodevano, la mia sciarpa aveva qualcosa di strano. Era troppo morbida, ed io comiciavo a sputacchiare pezzetti di pelliccia animale. Se di visone o di coniglio non l'avrei saputo dire, ma era senza dubbio pelliccia.
La donna seduta al mio fianco ne indossava una, e l'aveva lasciata scivolare dullo schienale della sedia, così una manica mi si era posata in grembo. Ecco cosa mi ero messo in bocca, e qui, nel buio, avevo masticato, rosicchiato e inghiottito tutto il pezzo tra il gomito e il polso.
Ora i miei amici stavano cercando di passarmi una bandana intrisa di non so quale solvente chimico. Da sniffare. Puzza di calzini sporchi, e la gente seduta intorno a noi cominciava a lamentarsi per l'odore.
Da un momento all'altro i laser e la musica sarebbero finiti. Si sarebbero accese le luci, e la gente si sarebbe alzata in piedi. Si sarebbero infilati cappelli e guanti. E la sconosciuta accanto a me al posto della manica della sua pelliccia avrebbe trovato una poltiglia bavosa. Io me ne sarei stato li, con la bocca ricoperta di pelliccia bagnata. Ciocche rosicchiate infilate tra i denti. A tossire pelo di visone appallottolato.
Gli amici mi davano di gomito, stavano ancora cercando di passarmi la fetida bandana intrisa di solvente. Tetracloride di carbonio, altra sostanza chimica come altre. E la tipa della pelliccia seduta al mio fianco dice: "Cristo, ma cos'è quest'odore?".
Mente finisce l'ultima canzone, prima che le luci si riaccendano, io mi alzai. Dissi ai miei amici: andiamo via. Subito. Li spinsi verso il corridoio tra le sedie. Quando le luci si accesero mi stavo praticamente arrampicando su di loro, gli dissi: "Correte. Niente domande. Usciamo di qui e basta".
Quelli ovviamente credevano che fosse un gioco. E così cominciammo a correre. Fuori dalle uscite antincendio, l'enorme parcheggio era immerso nel buio, e nel frattempo aveva cominciato a nevicare.
Con la neve che ci cadeva intornoa grandi fiocchi, corremmo. Di notte, attraverso il parco. Oltre le luci di natale sulle villette familiari, e ogni punto colorato si allargava in una macchia. Una scia. Correvamo attraverso il giardino delle rose, con la città dispiegata sotto di noi. E i miei amici ridevano. Con le dita e le facce che puzzavano di solvente chimico, correvano nella neve che che cadeva, pensando che fosse puro e semplice divertimento.

sabato, marzo 17, 2007

FIORELLO: DAL KARAOKE AL FLAMENCO,
DAL CODINO ALLA BUZZA

Ieri sono andato a vedere lo spettacolo di Rosario Fiorello. Nonostante fossi zavorrato come un asino di pregiudizi negativi riguardo questo show man siciliano ho comunque deciso di assecondare le richieste di Elena e rischiare il tutto per tutto, ovvero: il rischio di passare una serata noiosissima senza farmi neanche una rsata contro il prezzo di un biglietto in poltronissima da 65 euro, eh si, questa è stata la mia unica condizione, se devo rompermi i coglioni, almeno lo voglio fare comodo senza avere le ginocchia in bocca. Sadismo mentale va bene, ma mentale e fisico insieme è propio troppo.
Beh, devo dire che alla fine qualche risata il "fiore" me l'ha strappata e forse alla fine mi sono divertito più io della mia ragazza. Rimane il fatto che lo spettacolo abbia un po' troppo lasciato all'improvvisazione e anzi, forse ha brillato più in quei momenti che quando si basava sui testi, che a tratti erano quasi inesistenti. In alcuni momenti, lui sembrava divertirsi tantissimo, beato lui.
Ai fini del divertimento non ha aiutato il fatto che dietro la mai poltrona, la mia costosissima poltrona, vi fosse uno di quegli individui che per stare comodi e rilassati avrebbero bisogno del trono d' Inghilterra e, nell'impossibilità che ciò si verifichi, passano tutto il tempo di qualsiasi spettacolo a cui assistono a girarsi e rigirarsi muovendo continuamente i piedi che, immancabilmente, vanno a battere sulle gambe della sedia di quello davanti come fossero i tasti di un diapason. Due volte mi sono voltato guardandolo in cagnesco, due volte lui ha ritratto le sue merdose gambe da ragno isterico facendo finta di nulla. Se non fosse stato che apparteneva al club dei "me ne vado dieci minuti prima dello spettacolo perchè non sono un coglione come tutti gli altri che poi si beccano la fila", giuro che gli avrei dato il suo avere, con gli interessi.
Ad ogni modo, ragno a parte, la sensazione con la quale sono uscito dal Palamalaguti è quella di avere assistito a un simpatico show da ClubMed durato tre ore e costatomi 65 euro. Quindi voto insufficiente allo spettacolo ma sufficiente per farmi rivalutare il personaggio. Forse la prossima volta che lo vedrò in televisione aspetterò qualcosa di più dei due nanosecondi che in passato impiegavo per cambiare canale.

Buona camicia a tutti!

Bau!

lunedì, marzo 12, 2007

ASKING MYSELF...


Ultimamente mi sto interrogando sull'utilità del mio blog in particolare e su quella di tutti i blog in generale.
Quando decisi di aprire una pagina in rete avevo in mente di creare uno spazio di discussione ma, in breve tempo mi sono accorto che la gente che frequenta questi spazi non ha voglia di confrontarsi su qualche tema ma piuttosto quello di entrare in contatto con alte persone nella speranza di creare una qualche sorta di "amicizia telematica" se non addirittura un vero e propio rapporto interpersonale. Sebbene in questo spazio tale routine non abbia avuto modo di svilupparsi, girando in altri spazi salta agli occhi come i "frequentatori" si relazionino al blogger come se fosse un vecchio amico che si conosce da anni, cercando in tutti i modi di non irritarlo con commenti che potrebbero suonare equivochi o quantomeno ambivalenti. Ne nasce una vera e propia corte dell'incensamento altrui dove il dissenso e la critica rasentano l'inesistente e dove l'obbiettivo non è la polemica (quella positiva ovvero la "discussione" che porta al confronto di idee per generarne altre) ma il dimostrare che anche oggi si è passati di li e si ha avuto qualcosa da dire, nel tentativo di cementare un rapporto che non è mai esistito.
Questo blog voleva nascere come uno spazio di discussione, e non ci è riuscito: un po' per i temi che "evidentemente poco interessanti" non sono riusciti a cogliere l'attenzione del pubblico e un po' perchè non ho trovato il modo di pubblicizzarlo adeguatamente. Alla fine chi mi viene a trovare sono sempre le solite persone (questo non è certamente solo un problema che riguarda questo blog) che forse sono anche stanche di dire sempre le solite cose (li capisco).
Ora chiedo a voi, voi che visitate lo spazio del can-uomo, ditemi voi come pensate dovrebbe essere un blog, cosa dovrebbe essere espresso al suo interno affinchè voi possiate esprimervici a sua volta. Cos'è che vi interessa, che vi smuove dal vostro essere mentalmente pigri? Se ciò che volete è pura e semplice banalità allora chiuderò questo blog perchè un cane bianco è difficile da addestrare e preferisce stare lagato a una catena piuttosto che piroettare come un idiota intorno ad argomenti INESISTENTI.

Bau

mercoledì, marzo 07, 2007

The Clash - Rock The Casbah

Dedicata a tutti quelli che adottano o supportano qualsiasi tipo di censura. Forza Clash!
Bauuuu!


Now the king told the boogie men
You have to let that raga drop
The oil down the desert way
Has been shakin to the top
The sheik he drove his cadillac
He went a cruisnin down the ville
The muezzin was a standing
On the radiator grille

The shareef dont like it
Rockin the casbah
Rock the casbah
The shareef dont like it
Rockin the casbah
Rock the casbah

By order of the prophet
We ban that boogie sound
Degenerate the faithful
With that crazy casbah sound
But the bedouin they brought out
The electric camel drum
The local guitar picker
Got his guitar picking thumb
As soon as the shareef
Had cleared the square
They began to wail


Now over at the temple
Oh! they really pack em in
The in crowd say its cool
To dig this chanting thing
But as the wind changed direction
The temple band took five
The crowd caught a wiff
Of that crazy casbah jive


The king called up his jet fighters
He said you better earn your pay
Drop your bombs between the minarets
Down the casbah way

As soon as the shareef was
Chauffeured outta there
The jet pilots tuned to
The cockpit radio blare

As soon as the shareef was
Outta their hair
The jet pilots wailed


He thinks its not kosher
Fundamentally he cant take it.
You know he really hates it.

venerdì, marzo 02, 2007

ALPHA DOG


Erano giorni che volevo vedere questo film ma non avevo trovato nessuno che volesse venire a vederlo con me. Tutti sembravano avere dei validi motivi per ritenere che questo film fosse una benemerita cazzata. Potere della critica, della (ora lo posso dire) ingiusta classificazione di Justin Timberlake (che interpreta uno dei protagonisti del film) come fenomeno esclusivo per ragazzine senza cervello e lolly pop, forse anche di un regista, Nick Cassavetes, che fin ora non vanta pellicole di eccellenza.
Stanco di aspettare (tanto poi si sa che il film scende dalle sale e devi aspettare mesi per il dvd che arriva puntualmente quando ormai al film non ci pensi più e passi oltre) mi sono deciso a scaricarlo (ehi, uso personale che credete) e beh, ho fatto bene.
Il film mi è propio piaciuto. Punto uno: perchè parla di un fatto agghiacciante senza falsi moralismi ne cercando la redenzione per coloro che ne furono gli artefici, anche perchè non avrebbe nemmeno potuto, dato che al tempo dell'uscita del film negli USA, doveva ancora concludersi il processo ai criminali protagonisti della vicenda a cui si ispira la pellicola e uno di loro era ancora latitante. Si perchè il film si ispira a un fatto realmente accaduto a Los Angeles il 12 Agosto 2000 : un ragazzino venne ammazzato a sangue freddo con una mitraglietta dalla banda di quello che sarebbe diventato poi il ricercato più famoso nella lista dei Most Wanted dell' FBI, Jesse James Hollywood.
Punto due: checchè se ne dica Justin Timberlake è bravo e, a dirla tutta, molto di più di alcuni suoi colleghi attori a tempo pieno. Credibile fino al punto di disprezzarlo, un attore è questo.
Sharon Stone (che interpreta la madre del ragazzino ucciso), a mio canino parere, da oscar per i cinque minuti nel finale in cui, ingrassata mediante il trucco di 40 kg, rappresenta la disperazione lambita dalla pazzia che solo una madre di figlio ucciso può manifestare.
Punto tre: La regia c'è, e per giunta non si rifà a nessun clichè. Ottima l'idea di porre in sovraimpressione per pochi istanti il nome e il cognome di tutti i personaggi che compaiono nel film con il loro relativo numero di comparizione come testimone nel processo in cui verranno poi coinvolti. L'inserimento delle interviste ai rispettivi genitori, della vittima e del carnefice, all'inizio e alla fine del film, ha un forte carattere simbolico che rafforza l'idea che i fatti narrati coincidano con la realtà sopratutto quando indagano le cause dalle quali sono scaturiti.
Alpha Dog nello slang afroamericano significa "leader", propio l'elemento che è mancata nella sgangerata banda di Jasse James Hollywood che, è giusto ricordarlo, non era composta dai soliti ragazzi neri di South Central tanto cari al cinema noire losangelino, ma da ricchi figli bianchi dei quartieri alti. Ed è forse in questo aspetto che il film trova la sua forza, nel denunciare il fatto che la violenza più estrema, che è anche quella più assurda, non deriva necessariamente dal degrado materiale ma prima ancora da quello psicologico, male dal quale è affetta, in piccola o in larga misura, la totalità della civilissima razza bianca occidentale.

Cari Alpha Dog, un saluto a tutti voi dal White Dog! E buona fortuna....

Bau!

giovedì, marzo 01, 2007

Un Gran Sorriso

La Band che secondo me dimostra al mondo che il Festival di San Remo non sarà mai capace di scovare belle canzoni ne tantomeno nuovi talenti, sono gli Ubik. Nella loro pagina personale hanno inserito il demo-video realizzato per l'iscrizione al Festival di Sanremo 2007. Non sono stati scelti tra i giovani in gara ed allora... si sono iscritti al Cecchetto Festival. Qui è andata decisamente meglio! Sono stati i primi vincitori del "Contest" e il loro primo CD verrà pubblicato da Warner Music.
Sentiremo presto parlare di loro?
Io lo spero.
Forza Ubik!