martedì, ottobre 31, 2006

Gerarca Barbagli

Venerdì scorso è uscito Fascisti su Marte. Sebbene non sia ancora andato a vederlo credo meriti il rischio di prendere una fregatura.
Bau!

lunedì, ottobre 30, 2006

INSALATA DI AMANITA FALLOIDE
L'avvelenamento, qualcosa sul quale mi è capitato di riflettere in questo week end dopo una bella mangiata di funghi. Se si trattasse di amanita falloide domani potrei essere morto.
Quando pensieri del genere scorrono per la tua mente come aria nei polmoni è in quel momento che capisci di essere attaccato alla vita: le cose più inutili e banali assumono un carattere importante e possono diventare un motivo di sorpravvivenza. Allora ci si accorge che l'affannarsi per primeggiare è una cosa ridicola, che la competizione non ci porta alcuna risposta, che il nostro conto in banca e i nostri mobili svedesi non ci appartengono. Ciò che mi da sensazioni piacevoli ora sono l'aria e la luce, di queste cose viveva l'animo dell'uomo antico, di queste cose torneremo tutti a vivere.
Se non dovessi tornare a scivervi voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato sensazioni piacevoli come l'aria e la luce mentre la simbiosi coatta con il pc voleva trasformarmi in un servo della macchina. Chiaccherare con loro ha trasformato questa macchina in un amico.
Sara, Davide, Rumba & Mos, Gaetano O Scurnacchiato, Leon Cino, Leccalecca gusto acido di batteira, Star Sailor con la Motocicletta e Ninja Paraplegico...buona camicia a voi tutti.
Bau!

giovedì, ottobre 26, 2006


ESSERE VIVIENNE WESTWOOD
Ufficiale dell'Impero Britannico, Dama Comandante dell'Impero Britannico e per due volte Stilista britannico dell'anno,Vivienne Isabel Swire in arte Vivinenne Westwood. Gia moglie dell'enigmatico Malcom McLaren già manager dei Sex Pistols con i quali contribuì a creare lo stile punk.
Se questa, oggi, è la fine del mondo,
se quando vi domandano, mentre leggete il giornale (se ancora lo leggete), "ma dove andremo a finire?" voi avete voglia di rispondere "ci siamo già", allora è giunto il momento che vestiate come lei: con pantaloni in tartan e cintura di borchie, vestaglia al posto della giacca e cappello a cilindro. Questo non vi cambierà la vita ma forse vi aiuterà a rendervi più immobili di fronte a questa devastazione, a questo scempio dell'intellligenza umana che si chiama "compra la tua vita un pezzo alla volta". Se è vero che non tutti gli stili costituiscono un genere forse allora l'assenza di stile è l'unica che possa valere per una generazione come la nostra, che non ha più battaglie da portare avanti, se non quella contro se stessi, contro la paura di vivere.
Io sono carne, nervi e una vescica piena di piscio raccolti attorno all'idea di un essere pensante, io sono il conato di vomito sanguinolento di un ulceroso allo stadio terminale, io sono una cavia da laboratorio che si nutre di ossa liofilizzate di altre cavie da laboratorio, io ero un lupo in mezzo alla foresta.
Buona camicia a tutti.
Bau!

martedì, ottobre 24, 2006

SMASHING PLASTIC

Come l'informatica ci sa trasformare...
Grazie a sara per il video.
GOD SAVE THE QUEEN

God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen:
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us:
God save the Queen.

Non è facile capire il perchè, ma gli inglesi non abbatteranno mai la monarchia. La stessa denominazione del paese, Regno Unito, è indissolubilmente lagata con il regime monarchico.
Tuttavia, questo tipo di regime non è pienamente conciliabile con la democrazia in quanto è in contrasto con uno dei suoi principi più elementari: l'elegibilità del capo dello stato. Se vogliamo derogare su questa mancata attuazione di un principio perchè la Gran Bretagna è comunque un paese dove vi è libertà di espressione e di pensiero, forse altrettanto dovrebbe essere fatto nei confronti di quei paesi che non hanno mai costruito un impero "sul quale non tramonta mai il sole" e che quindi possiedono un establishment internazionale di rango inferiore. Sto pensando a paesi come l'Iran che, come la Gran Bretagna si fondano sul principio democratico dell'eleggibilità del governo, ma come essa presentano alcune atipicità rispetto a questo modello. Si, lo so, questi sono discorsi noiosi ma se non li si affronta si rischia che poi qualcuno ci dica ce dobbiamo andare a fare la guerra per andare ad esportare la democrazia, senza accordersi che la democrazia la stanno solo togliendo a noi.
Sveglia ragazzi, sveglia!
bau!

venerdì, ottobre 20, 2006

CACCIA A OTTOBRE ROSSO

A volte mi capita di trovarmi in una stanza rossa a pensare all'ottobre rosso. Non si tratta di nostalgia per uno degli avvenimenti cruciali che hanno segnato la storia del secolo scorso ma una semplice voglia di immaginarsi le aspettative di tutta quella gente che andava a morire nella speranza di trasformare uno stato feudale in uno moderno nel giro di un anno. Penso a Marx e a quanto si dev'essere prillato nella sua tomba rossa. Penso al revisionismo storico e a chi oggi si fa chiamare o viene chiamato comunista per i motivi più bizzarri. La mia mente corre per le vie della storiografia fino ad imbattersi in tutte le rivoluzioni della storia moderna da quella francese a quella iraniana e alla fine si domanda: "che cosa hanno prodotto"?
Ahmadinejad oggi ha ribadito il fatto dell'inesistenza dell'olocausto...se avesse ragione lui, se gli ebrei morti nella seconda guerra mondiale non fossero sei milioni ma centomila, tutta la storiografia moderna andrebbe riscritta perchè vorrebbe dire che essa è stata scritta solo per ragioni politiche. Ma forse lo scopo della storia è propio questo, formare la coscienza di un popolo attorno ad un ideale utile al suo governo. In Congo ed in Ruanda i Belgi si inventarono la storia degli hutu ed i tutsi per creare una minoranza in una popolo estremamente compatto ed omogeneo: se possedevi almeno cinque vacche eri tutsi, altimenti hutu. Il genocidio che è derivato da questa scelta politica si ripercuote ancora oggi a distanza di più di un secolo e le sue proporzioni sono le medesime del geocidio ebraico, vero o presunto che sia.
Siamo abituati a credere alla scienza come fonte di verità, ma la verità è che la verità non ce la da nessuno. L' amara verità semmai è che in campo storiografico e politico ognuno ha delle validissime ragioni per credere ciò che crede senza poterlo provare scientificamente.
La rivoluzione bolscevica è stata veramente una rivoluzione di popolo? Trotski è stato veramente epurato da Stalin? Trotski era veramente comunista? Non è forse vero che la rivoluzione russa ha messo fuori gioco la Russia quando le maggiori potenze si dovevano spartire il mondo? Israele è veramente uno stato democratico? Non è forse vero che è stato venduto a una minoranza per consentirgli di creare uno stato amico in territorio ostile? Perchè nessuno ha fermato Hitler quando invase la Polonia? E' stato veramente così? Vi indigate per quello che dice il presidente dell'Iran, ma siete sicuri di conoscere la materia in questione meglio di lui?
La storia non è forse il mezzo utilizzato dallo stato per creare una sorta di religione laica della verità? Non è forse fatta per farci indignare verso coloro che la pensano diversamente?
Quanto c'è di vero nella storia che conosciamo?
Badate bene, io non metto in dubbio nessun fatto storico, ma a vote ho l'impressione che la storia venga usata da alcuni per tapparmi la bocca.
That's not good.
Bau!

giovedì, ottobre 19, 2006

Francesco Nuti in Caruso Pascoski

...sei grande Francesco, non mollare ti prego.
Bau!

mercoledì, ottobre 18, 2006

Attacco al romanticismo

Normalmente tendiamo ad attribuire al termine "romantico" una valenza positiva. Ad esempio: se una persona ci sembra molto sensibile la definiamo romantica come se i due termini fossero sinonimi.
In realtà col tempo mi sono accorto che il romanticismo in se ha ben poco a che spartire con il sentimentalismo ed il buon cuore. Lo scopo principale del romanticismo è l'individuo, individuo la cui principale responsabilità è rivolta a se stesso nel cercare di esprimere al meglio la propia creatività e il propio intelletto. Per fare questo si parla di "costante tensione", un costante desiderio che si traduce nel non trovare mai appagamento nelle cose che si sono ottenute. Apparentemente questo discorso ci potrebbe sembrare molto bello o meglio, molto romantico (appunto). Tradotto nella vita di tutti i giorni però può produrre notevoli problemi. Prima di tutto, individualismo smisurato: avendo tutti come riferimento la persona ci dimentichiamo di essere anche animali sociali che hanno bisogno di relazionarsi anche come semplici appartenenti ad una comunità (o branco, è un termine che la mia parte canina preferisce). Inoltre l'attezione posta soltanto su noi stessi ci porta alla nevrosi e all paranoia in quanto siamo esseri finiti ed in quanto tale incapaci di andare oltre una certa soglia, che per ogniuno è diversa, ma che esiste e ci chiede di accettare il fatto di essere come siamo: per chiarire, sto pensando a tutte quelle donne che vorrebbero essere snelle, alte, bionde e senza peli superflui per natura. Desiderando qualcosa che non saranno mai non si accorgono che vanno già bene come sono, perchè la comunità non chiede loro di essere quel modello irraggiungibile che solo l'io individuale vorrebbe raggiungere.
In definitiva, l'io di ciascuno di noi tende all'infinito ed è normale perchè ciascuno di noi è finito. Ma l'animale sociale che noi tutti contrubuiamo a formare non ci chiede alcuna tensione ma semplicente di relazionarci come simili con una serie limitata di regole.
Quindi ragazzi, tutti giù dal pero e accettiamo di vivere come gli animali bipedi che siamo, concentriamoci sul gruppo e un po' meno su noi stessi e accettiamo di vivere le regole del branco come le nostre. Altrimenti possiamo dire di no, uscire dalla società e tornare a vivere sugli alberi, accoppiandoci sono quando ne sentiamo il bisogno e vivendo in beata solitudine per il resto del tempo...
Bau!

martedì, ottobre 17, 2006

Billy Idol - Cradle Of Love

Dato che ha suscitato l'interesse di alcuni ho deciso di riproporvi in alcuni post alcuni dei suoi video.

lunedì, ottobre 16, 2006

Giovanni Bilivert, "Cleopatra", metà del XVII secolo.
Bello, bello....incredibilmente bello!

venerdì, ottobre 13, 2006

La Settima Regola


"La settima regola" grida Tyler "è che se questa è la vostra prima sera al fight club, dovete combattere".
Il fight club non è football in tv. Non sei li a guardare un gruppo di uomini che non conosci e che dall'altra parte del mondo si pestano dal vivo via satellite con uno scarto di cinque minuti di ritardo, pubblicità di birra ogni dieci minuti e interruzioni per l'identificazione dell'emittente.
Dopo che sei stato al fight club, guardare football alla tv è come guardare pornografia quando potresti fare dell'ottimo sesso di persona.
Il fight club diventa la tua buona ragione per andare in palestra e tenere i capelli corti e tagliarti le unghie. Le palestre dove vai sono affollate di tizi che cercano di sembrare uomini, come se essere un uomo equivalesse ad avere l'aspetto che ha in mente uno scultore o un pubblicitario.
Come dice Tyler, anche un soufflé è bello pompato.

Cazzo, avrei voluto scriverle io queste parole....Griazie Chuck!

giovedì, ottobre 12, 2006

Depeche Mode - Walking In My Shoes.

"La moralità farebbe una smorfia
La decenza abbasserebbe lo sguardo
Il destino ha fatto di me un capro espiatorio
Ma vi prometto, giudici e giurati,
le mie intenzioni non potrebbero essere state più pure
Il mio caso è lampante"

mercoledì, ottobre 11, 2006

Il futuro è nelle nostre mani


Se ho scelto di farmi chiamare Cane Bianco non è per cinofilia (non che i cani non mi piacciano) ma perchè ritengo che il genere umano stia finendo per assoligliare sempre di più al suo migliore amico.
Il cane, pur essendo un essere fedele e solidale con il suo padrone, ha la caratteristica di non porsi mai delle domande ma di seguire fadelmente gli ordini che gli vengono impartiti dall'alto.
Insomma, non ha coscienza critica. In America i senzatetto vengono chiamati "underdog", per sottolineare cortesemente la loro appartenenza sociale. Io credo che sotto ai cani ci siamo metaforicamente ormai tutti, e forse i clochards sono i primi a rendersene conto.
Si rendono conto che il sistema che abbiamo creato è una macchina da soldi che non tiene conto delle persone, o almeno ne tiene conto solo in base a quanto capitale possono produrre. Si formano i partiti ambientalisti, ma poi la macchina politica si inventa il maggiornitario e gli stronca le gambe.
Sappiamo benissimo che la teconologia ci può ormai scaldare con la luce del sole anche in inverno o mandarci in giro con macchine ad aria compressa che non hanno bisogno ne di carburante ne di tagliandi (vedi foto sopra) ma finchè il "padrone" ci dice di continuare a respirare merda noi lo facciamo. Perchè? Perchè ci sentiamo soli ed inutili, perchè sappiamo che se prendessimo l'iniziativa gli altri starebbero solo a guardare, ed abbiamo ragione. Abbiamo tutti troppa paura di non farcela a mobilitarci, perchè fondamentalmente non sappiamo cosa vogliamo. E questo è un bene per l'economia perchè "se non sai cosa vuoi, ti circonderai di cose che non vuoi" (da Fight Club di Chuck Palahniuk).
Insomma amici miei, il nosto male è il bene della nostra economia. A questo punto le soluzioni sono due: o si cambia economia o si cambia noi e si inizia ad imparare dai cani.
Bau!

P.S.: Il cane bianco è il meno apprezzato dagli allevatori a causa del fatto che molti esemplari nascono sordi e generalmente presentano un carattere scarsamente predisposto all'addestramento.

lunedì, ottobre 09, 2006

"How much can you know about yourself...
... if you've never been in a fight?"
Quante volte mi è capitato di ascoltare racconti noiosi di individui apatici e alienati dalla loro stessa esistenza, convinti di ritrovare se stessi in un bicchiere o, peggio ancora, in una chiesa.
Ad ogni racconto del genere il mio pensiero corre inequivocabilmente ad una persona: Thomas Hobbes. Buona parte della nostra tanto amata "società occidentale" è basata sugli scritti di questo inglese vissuto nel XVI secolo e, allo stesso modo, gran parte dei mali mentali dai quali siamo afflitti sono, allo stesso modo, scaturiti dalle pagine imbrattate con le sue teorie.
Per chi non lo conoscesse lo riassumerò in poche parole: la società moderna si basa sull'uscita dell'individuo dallo Stato di Natura ovvero il luogo dove reganno guerra, lotta ed insicurezza e dove gli individui vivono isolati l'uno dall'altro per paura di essere uccisi. Per aver salva la vita, l'individuo delega ad un governante, il Leviatano, parte della sua libertà per avere in cambio sicurezza e la possibilità di prosperare. Così si costituisce la società moderna.
Scrivendo cinque secoli fa Hobbes non poteva prevedere gli effetti collaterali della sua teoria: apatia, individualismo sfrenato, alienazione ed impotenza, per citarne solo alcuni.
Autori geniali come Palahniuk hanno capito questa contraddizione e cercano di sottoporcela in modo che chiunque possa capirla. Palahniuk parla della sofferenza, di come la gente preferisce rimanere in mezzo ai problemi per continuare a lamentarsi, a sentirsi misera, invece di capire che i problemi sono autoprodotti. Quallo che ci manca è l'impatto fisico con gli altri che oramai è relegato agli sporadici incontri sessuali che alcuni tra noi ancora hanno voglia di concedersi. Ma la fisicità passa per molti stadi: gli animali lottano e poi si accoppiano, noi siamo ormai solo automi alienati a loro stessi che pretendono di uscire sporadicamente da questo stato per ricercare la fisicità ormai perduta in incontri sporadici con altri automi. Se esiste qualcosa chiamato amore allora è pur vero che la controparte a questo si chiama guerra ed essa fa parte non meno del primo del modo di sentire umano. Non combattere significa essere già morti.
Se poi a questo aggiungiamo che siamo resi schiavi della nostra insicurezza, da un sistema che vive e si alimenta delle nostre frustrazioni e nevrosi, dalle oppressioni della società, dalla competizione, dai mass media che "ci fanno comprare cazzate che non ci servono", possiamo facilmente capire che l'unico terrorismo che esiste a questo mondo è quello che ogni giorno devasta la nostra mente, che ci rende sempre più schiavi e sempre più soli. Probabilmente molto più soli che se fossimo rimasti in quello Stato di Natura dal quale, come Hobbes presume, ci siamo tirati fuori.
Tiriamoci fuori dall'apatia misantropa nella quale ci siamo cacciati, smettiamo di lamentarci per il semplice fatto che abbiamo troppa paura di vivere, smettiamo di competere e iniziamo a combattere, a combatterci come se tutto dipendesse da questo, come se l'etica non fosse altro che questo.
Voglio formare un fight club: sono aperte le iscrizioni.

giovedì, ottobre 05, 2006

RAMBO III: QUANDO LA FICTION
SPIEGA PIU'
DEL SAGGIO D'AUTORE


Ieri sera torno a casa tardi, poca voglia di pensare e una sonnolenza che ancora non si chiama sonno, mi spingono ad accendere la scatola nera parlante (n.d.r. per i ritardati: la tv).
Mi ricordo che su rete 4 in seconda serata danno quasi sempre qualcosa di decente, credo lo facciano per compensare l'indecenza del loro telegiornale delle 20. Fatto stà che mi ritrovo di fronte al non plus ultra dell'americanità da esportazione: RAMBO III.
In un primo momento mi dico: "devono avere licenziato anche l'ultimo programmatore di palinsesti decenti in casa Mediaset". Tuttavia dopo poco cambio opinione e mi ricordo cosa è realmente quel film. Per chi non conoscesse la trama del terzo episodio della saga dell'uomo tutto onore e muscoli: il nostro eroe si trova in Afghanistan a combattere a fianco dei Mujaheddin (guerrieri mussulmani per la libertà) contro le forze di occupazione sovietiche; siamo alla fine del 1979 (un mese prima della mia nascita). Il Film esce nel 1988, quando ormai le truppe sovietiche stanno iniziando il ritiro dal paese asiatico e Rambo, assieme ai suoi amici mujaheddin, si occupa di far vedere al mondo quanto gli Usa siano e saranno sempre solidali con questo popolo e nei titoli di coda appare addirittura una dedica: "Questo film è dedicato al valoroso popolo afghano".
Ora, a chi dorme anche quando è sveglio, questo film sarà passato davanti agli occhi come se Rambo fosse andato a combattere su Marte, ma a me che dormo solo di notte, l'ambientazione afghana ha suscitato pensieri "pericolosi".
A questo punto ci vuole un piccolo ritaglino sull'attuale situazione in Afghanistan. In questo momento nel paese operano due ben distinte missioni: La missione Nato denominata KFOR (dove c'è pure l'Italia) che si occupa di Peace Keeping ed in pratica di ricostruire l'economia del paese, paese che è tutt'ora più frammentato di una scacchiera e dove la giurisdizione del Presidente Karzai (messo su dagli Stati Uniti) è poco più larga di quella della provincia di Kabul. Poi c'è l'altra missione: Enduring Freedom, quella condotta dagli americani nelle montagne del sud dove giocano a caccia alla volpe con i talebani.
Bene, i talebani che stanno cercando di stanere dalle montagne al confine col Pakistan non sono altro che i mujaheddin che combattevano al fianco di Rambo. Tutti gli attacchi ai contingenti occidentali in Afghanistan sono condotti da quegli stessi mujaheddin che combattevano al fianco dell'eroe americano. Lo stesso Osama Bin Laden era uno di quei mujaheddin che combattevano contro l'Unione Sovietica al soldo degli Stati Uniti.
Cos'è successo? Come mai i valorosi guerrieri afghani si sono trasformati in perfidi terroristi esecutori di ingiustizie infinite? Cari lettori, niente di più semplice: perchè l'invasore è cambiato, perchè Rambo ha spostato la canna del suo mitra sulla fronte del bambino che accarezza alla fine del film. Nel precedente post vi ho detto che l'Iran non ha mai compiuto una politica espansionistica in 2500 anni, al contrario l'Afghanistan è un paese che ha sempre basato l'unità nazionale sulle lotte di conquista, un paese dove il kalashnikov è considerato un accessorio del costume nazionale maschile. Non c'è nulla di scandaloso in questo, se l'Italia fosse sorta all'incrocio fra quattro imperi universali, probabilmente oggi gireremo ancora col mitra in spalla pure noi. La cosa veramente interessante di Rambo III, è la condanna implicita che si lancia nei confronti delle ragioni addotte dall'Unione Sovietica per attuare l'invasione, ovvero: la necessità di dover estirpare il terrorismo da quel paese. Tali ragioni esistono anche storicamente e furono altrettanto false di quelle, identiche, addotte oggi dagli americani. Se allora l'unico interesse dei sovietici era quello di annientare una potenziale spina nel fianco messa dagli americani per controbilanciare Cuba, oggi quella della dei cowboys di enduring freedom non è altro che di liberare il paese da forze che ne renderebbero difficile la "modernizzazione" che in altre parole significa: da quelle forze che non renderebbero fattibile la messa in opera del più grande gasdotto del pianeta, un business che sta molto a cuore alla famiglia di George W.
Una amico che sta in missione a Kabul mi ha detto che molte donne vestono ancora il burqa, altre lo tengono sollevato sulla testa, ma io dico che nessuna di loro tornerà a vestire la minigonna come negli anni '60. Il motivo si chiama rivoluzione islamica, una rivoluzione che è scoppiata materialmente in Iran nel 1978 ma che è tutt'ora in corso nella mente di centinaia di milioni di mussulmani di tutto il pianeta, una rivoluzione che torna a mettere la religione al centro della vita sociale. Ma attenzione, questo è un problema per Rambo, non per il bambino afghano. Per continuare a vestire pantaloni di pelle e un armamento da cinquantamila
dollari, Rambo ha bisogno che il suo ideale "la libertà" (che forse sarebbe meglio chiamare "liberalismo") sia accettato e condiviso da tutto il mondo. Il bambino afghano di per se continuerebbe a vivere benissimo nella sua società tradizionale anche perchè difficilemente riuscirebbe a raggiungere gli standard di vita di un americano medio anche se accettasse il modello proposto da Rambo. Ma Rambo, dal canto suo, ha bisogno del gas naturale che sta sotto i piedi del bambino per continuare a mandare avanti l'economia di merda del suo paese e allora non ha più scelta: o converte il bambino o si inventa Enduring Freedom.
Un'unica cosa può far finire questo mare di ipocrisia: l'esaurimento delle riserve petrolifere. Dio, se ci sei, non ce ne frega di avere amore e pace per tutti, basta che fai finire quel fottuto petrolio!
W Rubbia!
Bau!

lunedì, ottobre 02, 2006

AHMADINEJAD: THE URBAN LEGEND


Signore e signori,
l'uomo che vedete in questa foto è Mahmoud Ahmadinejad, Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran.
Un uomo che da solo sta riuscendo a fare quello che i capi di stato delle maggiori potenze europee non sono ancora riusciti a fare: tenere testa agli Stati Uniti d'America.
Tanto è stato detto sul conto di quest'uomo, ma altrettanto è stato nascosto e lo stesso si può dire del paese su cui governa, l'Iran. In queste poche righe vorrei colmare i punti completamente ignorati dai notiziari del nostro paese sul conto dell'uno e dell'altro.
Innanzitutto, ponendo spesso in contrapposizione l'Iran all'occiente si porta indirettamente lo spettatore (perchè altro che questo non siamo signori miei) a considerare il paese asiatico come un sistema dispotico che si oppone al sistema democratico. Niente è più lontano dalla verità: l'Iran è una repubblica con un parlamento democraticamente eletto e l'attuale sistema statale è stato votato con un doppio referendum popolare (unico caso al mondo). Inolte, la situazione femminile è assai diversa dai paesi arabi (eh si, perchè per chi non lo sapesse persiani e arabi sono etnicamente, culturalemtne e linguisticamente molto diversi) e da altri paesi mussulmani dell'area e il 70% dei laureati alle principali università del paese è composta propio da appartenenti al gentil sesso.
Infine il nucleare: molti di noi forse non sanno che sull'Iran incombe da oramai 28 anni un embargo da parte dell'unico stato che il nucleare lo abbia effetivamente usato per scopi militari: gli Stati Uniti d'America. Questo embargo fa si che l'Iran, pur possedendo le risporse petrolifere (tra le più grandi del mondo), non abbia la tecnologia per sfruttarle a fini energetici. In pratica possono solo venderlo ma l'energia, paradossalmente, la devono comprare all'estero. Ora, a un paese come Israele che attualmente sta compiendo un invasione nei confronti di un altro stato sovrano, il Libano, non vengono imposti vincoli alla produzione di armi atomiche ma all'Iran, che questa produzione la vorrebbe solo per fini pacifici, si vorrebbe negare anche questo. Io in Iran ci sono stato, l'ho visitato da nord a sud e da est ad ovest per tutta la sua estensione e posso dirvi che non vi è niente di più lontano dallo spirito degli iraniani che la voglia di un'altra guerra (fu già devastante quella con l'Iraq negli anni '80), inoltre (una cosa che mi colpì moltissimo all'epoca del viaggio) la gente è in linea di massima la meno religiosa di tutta l'area mediorientale.
Ora due parole su Ahmadinejad: Sicuramente tutti sappiamo che è un conservatore, un conservatore che negli Stati Uniti o in Europa non creerebbe alcuno scalpore, ma che in medioriente fa paura, anzi no. L' Arabia Saudita che è, insieme a Città del Vaticano e Brunei, uno dei pochi regimi assolutistici ancora rimasti sul pianeta quella no, non fa paura, perchè è alleata con i "buoni" anche se ogni tanto qualche suo cittadino fa saltare dei gratacieli qua e la per il mondo. Ahmadinejad è determinato a combattere a viso scoperto i principali nemici del suo paese: Israele e gli USA. La dipolomazia non è il suo forte, ma quello che dice è autentico, non è una manovra per tentare di distrarre l'avversario dalle sue reali intenzioni. E' sicuramente un antisionista, che attenzione, non significa affatto antisemita. Il primo termine indica unicamente combattere lo stato di Israele e la sua politica espansionista in Palestina, il secondo significa essere contro la razza ebraica. Il Corano indica ai mussulmani di trattare gli ebrei e i cristiani come loro fratelli minori: risulta alquanto difficile credere che un conservatore osservante come l'attuale presidente dell'Iran voglia andare contro un precetto tanto basilare della sua religione. Purtroppo è un fatto che Israele sia nato da quella che in termini tecnici si chiama una vendita: nel 1917 l'Inghilterra (che aveva il mandato sulla Palestina) con la dichiarazione Balfour vende agli ebrei di Thoedore Herzl la Palestina. Purtroppo l'obbiettivo del sionismo è espandersi fino a ricreare gli antichi confini del regno di Davide o "Grande Israele" e, ancora purtroppo, questo costituisce una minaccia, non solo per l'Iran ma anche per tutti i popoli arabi, primi fra tutti i palestinesi. L'Iran è un paese che non intraprende una politica espansionistica dall'epoca di Ciro il Grande (più di 2500 anni fa) e nessun suo cittadino è stato mai coinvolto in attentati terroristici, ma fa paura, fa paura perchè è un paese non allineato, perchè è uno dei più grandi produttori di petrolio al mondo e perchè da oggi ha deciso che l'energia se la vuole produrre da solo. In pratica, se il suo obbiettivo venisse raggiunto Ahmadinejad potrebbe chiuderci il rubinetto del petrolio da un giorno all'altro senza avere paura di ripercussioni economiche e allora si che sarebbero cazzi amari per noi: addio macchina, addio riscaldamento, addio economia e addio blog! In effetti è una ragione molto più valida delle tante menzogne che ci raccontano per convincerci a combatterlo.
Signori, non me ne frega niente se siete cristiani o mussulmani, di destra o di sinistra, pacifisti o gUerrafondai...potete essere quello che vi pare ma vi prego,
non fatevi prendere per il culo!
Bau!